I potenziali benefici delle attività di vela adattata sul benessere e la salute mentale. Una revisione sistematica della letteratura <br> Pecora R.1, Fontana A. 1, Cesarino F. 2, Lo Verso G. 3, Sáez Suanes G. P. 4, Caretti V.1, & Sideli L. 1*

I potenziali benefici delle attività di vela adattata sul benessere e la salute mentale. Una revisione sistematica della letteratura

I potenziali benefici delle attività di vela adattata sul benessere e la salute mentale. Una revisione sistematica della letteratura
Pecora R.1, Fontana A. 1, Cesarino F. 2, Lo Verso G. 3, Sáez Suanes G. P. 4, Caretti V.1, & Sideli L. 1*

1 Dipartimento di Scienze Umane, Università LUMSA, Roma (Italia)

2 Fondazione Inclusione, Salute e Cura Roma Litorale, Ostia, Roma (Italia)

3 Dipartimento di Scienze psicologiche, pedagogiche, dell’esercizio fisico e della formazione, Università di Palermo, Palermo (Italia)

4 Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione, Università Autónoma di Madrid, Madrid (Spagna)

* corresponding author: Lucia Sideli, via di Porta Castello 44, Roma. L.sideli@lumsa.it

Abstract:

Questa revisione sistematica ha indagato l’effetto delle attività di vela adattate sulle persone con disabilità, inclusi coloro che presentano disturbi psichiatrici, disturbi del neurosviluppo e disabilità fisiche.

Introduzione: Le disabilità psicosociali comprendono una gamma di condizioni che influiscono sul funzionamento psicologico e sociale, spesso portando a una ridotta qualità della vita e una compromissione del funzionamento sociale. L’ambiente marino, in particolare la vela, è stato identificato come un contesto unico per esperienze riabilitative che favoriscono il benessere e la cooperazione nel gruppo.

Metodi: È stata condotta una revisione sistematica della letteratura utilizzando il framework PICO(S), con un focus specifico su individui con disturbi psichiatrici, disturbi del neurosviluppo e disabilità fisiche. L’intervento di interesse erano le attività di vela adattate e gli esiti includevano la qualità della vita e il recovery funzionale e sintomatico. Da un gruppo iniziale di 89 articoli, 15 sono stati inclusi nella selezione dei titoli e 8 sono stati selezionati dopo l’analisi degli abstract. Sette articoli ulteriori sono stati identificati attraverso la ricerca manuale, portando a un totale di 15 articoli inclusi in questa revisione.

Risultati: Gli studi esaminati hanno esplorato l’impatto delle attività di vela su diverse popolazioni, compresi individui con disturbi psichiatrici e patologie oncologiche e neurologiche. I risultati hanno costantemente dimostrato effetti positivi sulla qualità della vita e sul benessere delle persone con disabilità. Tuttavia, è importante notare che gli esiti sono stati valutati nel breve termine, mentre l’analisi degli effetti a lungo termine richiede ulteriori approfondimenti. Conclusioni: Complessivamente, gli studi hanno sottolineato il potenziale trasformativo delle esperienze di vela in diversi tipi di disabilità.

Parole chiave: Vela, Qualità della vita, Recovery, Funzionamento, Salute Mentale, Disabilità

Introduzione

Negli ultimi anni, l’esercizio fisico adattato e le attività sportive hanno guadagnato importanza come approccio innovativo per migliorare la qualità della vita e il benessere di individui con una vasta gamma di condizioni, incluse disabilità fisiche e disturbi psichiatrici (Mura et al. 2014; Hardoy et al. 2011). Questo crescente interesse è stato alimentato dal riconoscimento che l’ambiente marino fornisce un contesto unico in cui sfide, apprendimento, cooperazione di gruppo e contatto con la natura possono convergere per creare un’esperienza terapeutica straordinaria (Recio et al. 2013; Hegelmann 1991).

Le attività fisiche sia “sopra” che “sotto” il mare (ad esempio, nuoto, vela, snorkeling e immersioni) promuovono lo sviluppo delle capacità emotive e di autoregolazione necessarie per affrontare, oltre alla fatica fisica, anche emozioni come paura e ansia. Gli sport in mare aperto pongono sfide particolari a causa della scarsità di punti di riferimento, della natura imprevedibile delle condizioni marine e della sensazione di affrontare qualcosa di vasto, profondo e potente (Lo Verso 2023). Di conseguenza, gli sport marini tendono anche a favorire la cooperazione e il supporto sociale, dimostrandosi un’eccellente cornice per attività riabilitative psicosociali che richiedono sia impegno individuale che lavoro di squadra. Un detto siciliano recita: “Io a mari unnaiu lassatu mai a nuddu” (in dialetto siciliano, “In mare, nessuno è lasciato solo”) illustra l’etica della cultura marittima, che enfatizza la solidarietà e l’assenza di confini o barriere, evidenziando l’umanità condivisa tra gli individui (Lo Verso 2022; Lo Verso 2023).

Le disabilità psicosociali comprendono una serie di condizioni che influenzano il funzionamento psicologico e sociale di un individuo causate da disturbi di salute mentale (ad esempio, schizofrenia, disturbi dell’umore, d’ansia e correlati allo stress), disturbi dello sviluppo (ad esempio, disturbi dello spettro autistico o disturbi neurocognitivi) o disabilità fisiche (ad esempio, correlate a malattie cardiovascolari, neurologiche o oncologiche) che possono influenzare la vita quotidiana, lavorativa e sociale di coloro che ne sono affetti e ridurre la loro qualità della vita (QoL) (World Health Organization 2019; American Psychiatric Association 2013).

La Qualità della Vita (QoL) è un concetto complesso che integra varie dimensioni, inclusi gli aspetti fisici, psicologici, sociali ed economici che contribuiscono al benessere degli individui o dei gruppi (WHO 1995). La QoL può essere influenzata da vari fattori psicologici e sociali, tra cui l’autostima e l’autoefficacia, il supporto sociale e gli atteggiamenti sociali verso i disturbi mentali (Angermeyer et al. 2014; Herens et al. 2016). Impegnarsi in esercizi fisici adattati e attività sportive, specialmente se in un ambiente marino, può influenzare significativamente la QoL degli individui con disabilità psicosociali (Hale et al. 2021; Marquez et al. 2020; Vagetti et al. 2014). Questa influenza potrebbe essere mediata da fattori psicologici e sociali, come l’autostima e il supporto sociale (Carta et al. 2014b; Mastronuzzi et al. 2022; Mirandola et al. 2020; Sancassiani et al. 2017b; Shoenberg et al. 2021).

Quello di recovery è un concetto poliedrico, che si riferisce al processo che permette agli individui affetti da disturbi di salute mentale e malattie fisiche di vivere una vita appagante all’interno di una comunità, nonostante le limitazioni imposte dalla condizione (Anthony 1993; Rodgers et al. 2006; Substance Abuse and Mental Health Services Administration 2006). Come tale, la recovery va oltre la riduzione dei sintomi o la remissione (Vita & Barlati 2018), comprendendo anche il raggiungimento di un adeguato funzionamento psicosociale e la capacità di modificare credenze personali, atteggiamenti, comportamenti, obiettivi e valori personali, per vivere una vita significativa mentre si affrontano le proprie condizioni e disabilità (Ahmed, Buckley e Mabe 2012; Ellison et al. 2018; Leamy et al. 2011). Le attività fisiche adattate, in particolare quelle in ambiente marino, potrebbero contribuire ai percorsi di recupero per gli individui con disabilità psicosociali, promuovendo abilità personali e sociali (ad esempio, flessibilità cognitiva, risoluzione dei problemi e cooperazione), oltre a favorire valori condivisi di persistenza e speranza, tra le sfide fisiche ed emotive della navigazione (Broadbent & Swalwell 2018; Rapsey & Pilcher 2022; White et al. 2016).

Come già messo in luce, le attività marine possano avere effetti benefici su una serie di condizioni fisiche e di salute mentale (Breihan 2007; White 2020). La vela adattata si riferisce a una forma specializzata di vela accessibile a individui con diverse disabilità fisiche e cognitive. Radicata nei principi dell’inclusività e dell’empowerment, la vela adattata si avvale di varie modifiche e adattamenti per garantire che le persone con disabilità possano partecipare attivamente e godere dell’esperienza unica della vela. Questa forma di vela spesso implica l’uso di barche e attrezzature appositamente progettate che rispondono alle specifiche esigenze e sfide delle persone con disabilità. I programmi di vela adattata possono includere caratteristiche come disposizioni dei posti a sedere modificate, sistemi di controllo personalizzati e dispositivi assistenziali per consentire ad individui con mobilità limitata o altre disabilità di partecipare pienamente all’esperienza della vela (Breihan 2007; White 2020). La filosofia alla base della vela adattata va oltre l’idea di fornire un’attività ricreativa; mira a promuovere l’indipendenza, a costruire fiducia e a favorire un senso di realizzazione tra i partecipanti. Abbattendo le barriere e offrendo supporto personalizzato, la vela adattata permette alle persone di esplorare le proprie capacità e di potersi cimentare in uno sport altrimenti inaccessibile (Duarte & Culver 2014; O’Flynn et al. 2021).

Finora, non esiste una sintesi della letteratura sugli effetti benefici della vela adattata. In questa revisione, esamineremo il potenziale impatto delle attività di vela adattata per individui con disabilità, tra cui quelli con disabilità fisiche e disturbi psichiatrici. L’obiettivo principale di questa revisione è quello di fare luce sullo stato attuale dell’arte in questo campo e descrivere l’impatto di tali interventi su qualità della vita, funzionamento psicologico e recovery. L’obiettivo secondario è quello di esplorare tendenze emergenti, differenze nelle popolazioni di studio e potenziali limitazioni metodologiche. Inoltre, miriamo a identificare le lacune nella ricerca e a suggerire possibili direzioni future per lo sviluppo di interventi di vela adattata più efficaci.

Metodi

È stata condotta una revisione sistematica della letteratura seguendo le linee guida del Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analyses (PRISMA) statement (Moher et al. 2015) per valutare l’impatto potenziale delle attività di vela adattata per individui con varie disabilità psicosociali, comprese quelle correlate a disturbi psichiatrici e a malattie fisiche.

Nell’organizzare la nostra revisione, abbiamo applicato il framework PICO(S), affrontando sistematicamente le componenti chiave, ovvero Population, Intervention, Comparator, Outcome (s), e Study design. Il nostro focus si è concentrato sugli individui che affrontano disturbi psichiatrici e disabilità fisiche e dello sviluppo. L’intervento in questione era costituito dalle attività di vela adattata, che comprendevano attività legate alla vela, alla navigazione tradizionale oppure adattata alle persone con disabilità. Gli outcome studiati includevano la qualità della vita e la recovery funzionale e sintomatica. Questa revisione ha incluso sia disegni di studio qualitativi che quantitativi (cioè, sperimentali, quasi-sperimentali o longitudinali).

Strategia di Ricerca e Criteri di Inclusione

Una ricerca iniziale è stata condotta nel settembre 2023 in quattro database elettronici (PUBMED, Ebscost Psychology and Behavioral Sciences Collection, APA PsycInfo, ERIC) dalla loro creazione fino al 2023, utilizzando parole chiave rilevanti. Una ricerca manuale aggiuntiva è stata effettuata tra gli elenchi bibliografici degli articoli e delle recensioni selezionati per massimizzare la copertura della revisione.

Le parole chiave utilizzate per la ricerca erano legate all’intervento relativo alla vela (vale a dire, sailing or shipping) combinate con le seguenti condizioni di salute fisica e mentale (autism spectrum disorder, Asperger, intellectual developmental disorder, developmental disability, neurological disabilities, mental disorder, psychiatric disorder, depression, anxiety, posttraumatic stress disorder, PTSD, phobia, ADHD, schizophrenia, and psychosis) e con i seguenti outcome (quality of life, QOL, wellbeing, recovery, psychological functioning, functioning, psychological adjustment, adjustment, mental health, and psychiatric symptoms).

Gli articoli inclusi dovevano soddisfare i seguenti criteri di inclusione: 1) riguardare studi condotti su individui con disturbi mentali o disabilità fisiche; 2) esaminare gli effetti delle attività di vela adattata per migliorare la qualità della vita e il recupero funzionale e sintomatico; 3) essere pubblicati in lingua inglese; 4) includere campioni di adulti o adolescenti. Gli studi sono stati esclusi se: 1) non riportavano dati da studi qualitativi o quantitativi (ad esempio, articoli di opinione, serie di casi o casi clinici) o 2) non erano articoli originali (ad esempio, recensioni o atti congressuali). Due revisori indipendenti hanno esaminato titoli, abstract e articoli completi per l’ammissibilità. Le eventuali discrepanze sono state discusse con l’autore senior.

Risultati

Da un pool di 89 articoli risultanti dalla ricerca elettronica, sono stati selezionati 15 titoli per la selezione successiva; gli abstract dei 15 articoli selezionati sono stati esaminati per valutarne l’adeguatezza all’inclusione, risultando nella ritenzione di 8 articoli. È stata condotta una ricerca manuale per identificare articoli aggiuntivi rilevanti, portando all’inclusione di altri 7 articoli. Infine, 15 articoli hanno soddisfatto i criteri di inclusione e sono stati inclusi nella sintesi narrativa (Figura1).

Figura 1.  Processo di selezione degli studi secondo il diagramma di flusso PRISMA

Tabella 1. sintesi dei risultati degli studi

AUTORE E ANNO CAMPIONE INTERVENTO STUDY DESIGN CONFRONTO MISURE RISULTATI
Studi qualitativi su individui con disturbi mentali
Rapsey & Pilcher, 2022 N=5 pazienti con Primo Episodio di Psicosi (FEP) Una serie di attività all’aperto, inclusa un’esperienza in barca a vela residenziale di sei giorni Studio qualitativo Nessun gruppo di controllo Qualità della vita valutata con un’intervista semistrutturata audioregistrata di 10 domande analizzata mediante analisi tematica induttiva Lo studio ha identificato quattro temi chiave correlati alle esperienze dei partecipanti. I partecipanti hanno riportato che la adventure therapy, in particolare la vela, era associata a quattro temi: “miglioramento dell’auto-percezione”, “costruzione di amicizie e far parte di un’esperienza condivisa”, “navigare e superare nuove sfide” e “lavorare insieme come squadra”.
White et al., 2016 N=11 pazienti con disturbi da abuso di sostanze Un training nelle attività di vela di cinque giorni Studio qualitativo Nessun gruppo di controllo Interviste semistrutturate approfondite prima e dopo il viaggio (tra una e 11 settimane dopo l’intervento) analizzate mediante analisi tematica induttiva Lo studio ha identificato tre temi e 14 sotto-temi attraverso l’analisi delle interviste pre-viaggio dei partecipanti, l’esperienza a bordo durante il viaggio e i cambiamenti auto-attribuiti. I partecipanti hanno identificato cambiamenti auto-attribuiti in quattro aree principali: “auto-comprensione, perseveranza e forza interiore”, “abilità sociali”, “aumento della fiducia”, “impatto del viaggio sulla guarigione” e “nuovi piani e orizzonti”.
Studi quantitativi su individui con disturbi mentali
Carta et al., 2014a N=20 pazienti con schizofrenia, psicosi affettive o disturbi della personalità gravi (gruppo A) Riunioni di gruppo mensili, addestramento alle abilità sociali settimanale e sessioni di tempo libero su una nave a vela e lezioni sulla vita di mare per sei mesi per gruppo Trial crossover randomizzato N=20 pazienti che inizialmente non hanno partecipato al programma di riabilitazione mediante attività di vela (gruppo B) Recupero sintomatico valutato utilizzando il BPRS, recupero funzionale valutato utilizzando l’HoNOS e il GAF valutato a 1, 6 e 12 e al follow-up di 6 mesi (solo gruppo A) Il programma di riabilitazione a vela è stato associato a un recupero sintomatico (89% miglioramento nel BPRS per il gruppo A vs. 10% per il gruppo B, χ2 = 15,11, p <0,0001; dopo lo scambio 15% vs. 100% χ2 = 22,44, p <0,0001). La stessa tendenza è stata osservata per il recupero funzionale (HoNOS: 83% vs. 15%, χ2 = 20,59, p <0,0001; dopo lo scambio 11% vs. 93% χ2 = 18,97, p <0,0001; GAF: 72% vs. 0, χ2 = 18,86, p <0,0001; dopo lo scambio 33% vs. 100%, χ2 = 12,96, p <0,0001). I benefici al follow-up di 6 mesi sono stati valutati solo per il gruppo A, con risultati negativi.
Carta et al., 2014b N=20 pazienti con schizofrenia, psicosi affettive o disturbi della personalità gravi (gruppo A) Riunioni di gruppo mensili, addestramento alle abilità sociali settimanale e sessioni di tempo libero su una nave a vela e lezioni sulla vita di mare per sei mesi per gruppo Trial crossover randomizzato N=20 pazienti che inizialmente non hanno partecipato al programma di riabilitazione a vela (gruppo B) Qualità della vita fisica, psicologica, sociale e ambientale valutata utilizzando il WHOQOL-Bref valutato a 1, 6, 12 e al follow-up di 6 e 12 mesi L’interazione tempo x gruppo ha suggerito che il programma di riabilitazione a vela era associato a un miglioramento nella qualità della vita fisica (F = 63,90, p <0,0001), psicologica (F = 10,65, p = 0,002) e ambientale (F = 34,17, p <0,0001), ma non nel dominio sociale (F = 0,49, p = 0,48). Questi effetti non erano più evidenti al follow-up di 6 e 12 mesi.
Marchand et al., 2018 N=22 veterani con diagnosi mediche, psichiatriche e/o di abuso di sostanze Partecipazione ad un programma di Adventure Therapy in barca a vela di 3 sessioni (SAT), una volta al mese per un totale di tre mesi Studio pilota N=22 controlli abbinati per età e genere che hanno partecipato a un trattamento residenziale SUD di routine, ma non a SAT Cambiamenti nel piacere positivo o negativo valutati utilizzando il PANAS La SAT è stata associata a cambiamenti non significativi sia nel piacere positivo (29,9 vs. 32,3, p = 0,351) che nel piacere negativo (16,2 vs. 15,6, p = 0,605).
Marchand et al., 2019 N=21 veterani con diagnosi mediche, psichiatriche e/o di abuso di sostanze Un’esperienza di vela di 5 sessioni inclusa nella formazione sulla consapevolezza e l’esposizione alla natura (MT/ NE), una volta alla settimana per un periodo di cinque settimane Studio pilota Nessun gruppo di controllo Ansia di stato e di tratto valutata utilizzando lo STAI-Y-6 item L’esperienza di vela è stata associata a una significativa diminuzione dell’ansia di stato (43,55 vs. 33,27, t = 2,49, p = 0,032).
Sancassiani et al., 2017a N = 33 pazienti con schizofrenia, psicosi affettive o disturbi della personalità gravi (gruppo A) Un corso di vela strutturato della durata di 3 mesi, due volte alla settimana Trial crossover randomizzato N = 18 partecipanti inizialmente coinvolti in rTAU (gruppo B) Recupero sintomatico e funzionale valutato utilizzando il CGI-S, l’HoNOS e il GAF; Ritmi biologici e sociali valutati con il BRIAN L’interazione tempo x gruppo ha suggerito che il programma di riabilitazione a vela era associato a un recupero funzionale (GAF, F = 3,74, p = 0,059; HoNOS: F = 6,93; p = 0,011). Tuttavia, non è stato trovato alcun effetto né sul recupero sintomatico (CGI: F = 0,36, p = 0,553) né sulla regolazione del ritmo bio-sociale (F = 0,48, p = 0,490).
Sancassiani et al., 2017b N = 33 pazienti con schizofrenia, psicosi affettive o disturbi della personalità gravi (gruppo A) Un corso di vela strutturato della durata di 3 mesi, due volte alla settimana Trial crossover randomizzato N = 18 partecipanti inizialmente coinvolti in rTAU (gruppo B) Qualità della vita valutata utilizzando il SF-12, senso di coerenza e autoefficacia misurati dal SOC e dal GSES Il programma di riabilitazione a vela non era associato a un miglioramento della QOL (F = 0,240, p = 0,627) né del senso di coerenza (F = 0,866, p = 0,357). Tuttavia, era legato a un miglioramento significativo dell’autoefficacia (F = 6,41, p = 0,015).
Zabag et al., 2019 N = 17 partecipanti con DPTS Un intervento strutturato di riabilitazione a vela della durata di 4 ore a settimana per un anno

Vs attività di vela non strutturata (vela come hobby)

Vs intervento di vela di una sessione a settimana per un anno, della durata di quattro ore, mentre il gruppo di controllo vela-sailing era impegnato in una quantità simile di vela come hobby.

Studio longitudinale N = 22 partecipanti con PTSD coinvolti nella riabilitazione usuale

N = 18 controlli sani coinvolti in attività di vela non strutturata (vela come hobby)

N = 20 controlli sani non coinvolti in alcun trattamento

Recovery sintomatica misuranda utilizzando il PTSD Check List, il BDI, e la STAI L’intervento di riabilitazione con attività di vela è stato associato a una significativa riduzione dei sintomi di DPTS (F = 45,7, p < 0,001) e dell’ansia di tratto (F = 10,95, p < 0,001) rispetto al gruppo senza vela per il DPTS e i controlli, sia quelli che hanno svolto attività di vela che quelli che non l’hanno svolta. Non sono state osservate differenze significative nei sintomi depressivi e nell’ansia di stato.
Studi qualitativi su individui con disabilità fisiche
Broadbent & Swalwell, 2018 N=94 pazienti con sclerosi multipla (SM) da 16 Paesi diversi Una crociera in barca a vela di 17 mesi intorno al mondo Studio qualitativo Nessun gruppo di controllo Contenuti dei blog online esaminati attraverso un’analisi tematica deduttiva L’analisi tematica ha coinvolto 206 blog pubblicati da 86 partecipanti durante e dopo l’esperienza. Lo studio ha identificato quattro temi principali: le sfide del viaggio, il lavoro di squadra e il cameratismo che sono emersi dal condividere una diagnosi comune, il riformulare l’assetto mentale mentre le persone riconoscevano e si adattavano alla loro diagnosi e l’empowerment e la crescita personale con la speranza riscoperta.
Studi quantitativi su individui affetti da disabilità fisiche
Cappelletti et al., 2020 N = 58 adolescenti con epilessia Attività di vela adattata della durata di una settimana Studio longitudinale Nessun gruppo di controllo Qualità della vita, valutata utilizzando il PedsQL al termine dell’intervento, versioni sia per adolescenti che per genitori L’intervento era associato a miglioramenti significativi nella qualità della vita complessiva valutata dagli adolescenti (ES = 0,21, p = 0,023) e in due dei quattro domini, cioè la salute fisica (ES =: 0,27, p = 0,006) e il funzionamento emotivo (ES = 0,25, p = 0,015). Inoltre, il PedsQL valutato dai genitori ha mostrato un miglioramento anche nel dominio del funzionamento scolastico (ES = 0,81, p = 0,02)
Mastronuzzi et al., 2022 N=90 adolescenti con malattie oncologiche Attività di sailing therapy in barca a vela della durata di cinque giorni focalizzata sull’impegno sociale Studio longitudinale Nessun gruppo di controllo Qualità della vita e auto-stima valutate utilizzando il PedsQL e il TMA al termine dell’intervento L’intervento in barca a vela era associato a miglioramenti significativi alla fine dell’esperienza in tutti i domini della QOL (76 vs. 81; t= 22,39, p=<001) e dell’autostima (47 vs.52; t= -14,07 p=<001)
Mirandola et al., 2020 N=19 pazienti con carcinoma mammario Un’esperienza di vela adattata della durata di una settimana, basata sull’apprendimento della navigazione in equipaggio Studio pilota Nessun gruppo di controllo Qualità della vita valutata utilizzando il SF-12, ansia di stato e di tratto valutata utilizzando la STAI al termine dell’intervento e al follow-up di 1 settimana L’esperienza di vela era associata a un significativo aumento della QOL psicologica (ES = 0,43, p= 0,04). Inoltre, sia l’ansia di stato che quella di tratto erano significativamente inferiori al follow-up (ES =0,53, p=0,007; ES= 0,33, p=0,04)
Shoenberg et al., 2021 N=28 pazienti con malattia oncologica Un viaggio in barca a vela in oceano della durata di 8-13 giorni Studio pilota Nessun gruppo di controllo Qualità della vita, soddisfazione di vita e sintomi depressivi, valutati utilizzando l’EORTC QLQ-C30, il FLZ e il PHQ-9. Autoefficacia e supporto sociale valutati utilizzando il GSE e l’ESSI. Risultati valutati al termine dell’intervento e ai follow-up di 1, 3 e 6 mesi Il programma di riabilitazione mediante attività di vela era associato a un miglioramento significativo al follow-up di 1 mese nella QOL globale (mediana 8, IQR [4,3; 10] vs 5,5 [3,3; 7,5]; p <0,01), particolarmente nel dominio del funzionamento emotivo (50 [25; 66,7] vs. 75 [50; 87,5]; p <0,001). Altri miglioramenti sono stati osservati nella soddisfazione di vita (37 [5,3, 53] vs. 47 [13,3, 72,8], p <0,05) e nei sintomi depressivi (8 [4,3; 10] vs. 5,5 [3,3; 7,5]; p <0,01). Non sono stati osservati cambiamenti negli altri risultati.
Sidiropoulos et al., 2022 N = 58 veterani di guerra con disabilità fisiche e/o psicologiche (ad es. amputazione) Attività di kayak e vela adattata della durata di un giorno Studio longitudinale Nessun gruppo di controllo Salute complessiva, qualità della vita e qualità della vita sociale valutate con un questionario ad hoc validato psicometricamente a tre elementi (una sezione modificata della Scala di Influenza sulla Qualità della Vita che valuta l’influenza della QoL negli atleti con disabilità) L’intervento era associato a un miglioramento significativo della QOL (Z = -4,09, p <0,0001) nei tre domini della percezione della qualità della vita (Coefficienti standardizzati> 0,85, p <0,0001). L’attività fisica adattativa spiegava il 64% della varianza nella qualità della vita (F = 5,84, p <0,0001).

Note: BDI: Beck Depression Inventory; BRIAN: Biological Rhythms Interview of Assessment in Neuropsychiatry; ES: effect size; ESSI ENRICHD Social Support Inventory; CGI-S: Clinical Global Impression – Severity scale; EORTC QLQ-C30 Quality of Life Questionnaire of the European Organization for Research and Treatment of Cancer ; FLZ Life Satisfaction Questionnaire;GAF: Global Assessment of Functioning; GSES: General Self Efficacy Scale; HoNOS: Health of the Nation Outcome Scale; PedsQL: Pediatric Quality of Life Inventory;; PTSD: Post-Traumatic Stress Disorder; SF-12: Short Form Health Survey- 12 itesm; SOC: Sense of Coherence Scale; STAI: State–Trait Anxiety Inventory; TMA: Test Multidimensionale dell’Autostima.

Disegno e Metodo dello Studio

Gli articoli in questo studio comprendevano vari tipi di disegni di studio, principalmente quantitativi ma anche qualitativi (Broadbent & Swalwell 2018; Rapsey & Pilcher 2022; White et al. 2016). I disegni di studio quantitativi includevano trial randomizzati controllati cross-over (Carta et al. 2014a, 2014b; Sancassiani et al. 2017a, 2017b), studi longitudinali (Cappelletti et al. 2020; Mastronuzzi et al. 2022; Sidiropoulos et al. 2022; Zabag et al. 2019) e studi pilota (Marchand et al. 2018, 2019; Mirandola et al. 2020; Shoenberg et al. 2021). Solo pochi studi hanno confrontato gli effetti delle attività di vela adattata con quelli del trattamento usuale (Carta et al. 2014a, 2014b; Sancassiani et al. 2017a, 2017b; Zabag et al. 2019).

Gli studi inclusi nella revisione coinvolgevano diverse popolazioni cliniche e vari programmi di attività di vela adattata. Le popolazioni cliniche coinvolte comprendevano individui con disturbi di salute mentale, inclusi DPTS, disturbi dell’umore, psicotici e da uso di sostanze (Carta et al. 2014a; 2014b; Marchand et al. 2018, 2019; Rapsey & Pilcher 2022; Sancassiani et al. 2017a; 2017b; Sidiropoulos et al. 2022; Zabag et al. 2019), individui con vari tipi di disabilità fisiche, inclusi tumori al seno (Schoenberg et al. 2021), epilessia (Cappelletti et al. 2020) e sclerosi multipla (Broadbent & Swalwell 2018).

Le attività variavano tra gli studi ma coinvolgevano principalmente attività di vela adattata, sia come intervento autonomo (Broadbent & Swalwell 2018; Cappelletti et al. 2020; Mirandola et al. 2020; Rapsey & Pilcher 2022; Shoenberg et al. 2021; Sidiropoulos et al. 2022; White et al. 2016), che come parte di interventi psicologici (Marchand et al. 2019), riabilitativi (Carta et al. 2014a, 2014b; Sancassiani et al., 2017a, 2017b; Zabag et al. 2019), o sociali (Cappelletti et al. 2020; Mastronuzzi et al. 2022; Mirandola et al. 2020; Shoenberg et al. 2021). Solo pochi studi hanno valutato l’impatto a lungo termine mediante follow-up (Carta et al. 2014a, 2014b; Mastronuzzi et al. 2022; Mirandola et al. 2020; Shoenberg et al. 2021).

L’outcome più frequente valutato tra gli studi era la qualità della vita, seguito da sintomi d’ansia e depressione. Gli strumenti utilizzati per misurare la QOL erano principalmente questionari auto-somministrati (ad es. Lo Short Form Health Survey- 12 items (SF-12), il Pediatric Quality of Life Inventory (PedsQL); il Quality of Life Questionnaire of the European Organization for Research and Treatment of Cancer (EORTC QLQ-C30) oppure il Pediatric Quality of Life Inventory (PedsQL)). Gli strumenti utilizzati per misurare il recupero sintomatico e funzionale includevano scale valutate dal clinico (ad es. Clinical Global Impression – Severity scale (CGI-S); Global Assessment of Functioning (GAF), e lo strumento Health of the Nation Outcome Scale (HoNOS)), e questionari auto-somministrati, principalmente correlati ai sintomi d’ansia e depressione (ad es. il Beck Depression Inventory (BDI), la PTSD Check List, e la State–Trait Anxiety Inventory (STAI)

Risultati dello Studio per Condizioni Cliniche

Complessivamente, sette articoli riportavano i risultati degli interventi di vela adattata applicati a individui con disturbi di salute mentale, mentre otto articoli analizzavano i risultati di interventi per individui con principalmente disabilità fisiche.

Due gruppi (Marchand et al. 2018, 2019; Zabag et al. 2019) hanno indagato l’efficacia della vela adattata in diversi gruppi di individui che hanno vissuto traumi, vale a dire esperienze stressanti che portano a una disorganizzazione e a una disregolazione del sistema psicobiologico della persona (Caretti & Craparo 2008). Marchand e colleghi hanno esplorato l’effetto dell’intervento di vela (sailing adventure therapy -SAT) sulle emozioni positive e negative dei veterani di guerra con disturbi di uso di sostanze (SUDs) multipli e comorbilità psichiatriche (95%) e mediche (77%) (Marchand et al. 2018). Questo studio ha riscontrato un aumento non significativo dell’affetto positivo e una leggera riduzione dell’affetto negativo a seguito dell’intervento (Marchand et al. 2018). In un secondo studio, lo stesso gruppo ha investigato l’impatto di un nuovo intervento complementare (Mindfulness-Based Therapeutic Sailing -MBTS), che combina interventi di mindfulness con esposizione alla natura, nella stessa popolazione (Marchand et al. 2019). L’intervento consisteva in cinque sessioni, combinando lezioni frontali in aula, esperienze di vela e un addestramento alla mindfulness. Lo studio pilota ha suggerito che la MBTS era sicura (cioè, nessun infortunio o incidente è occorso durante l’intervento) e fattibile (cioè, tassi di partecipazione compresi tra l’80% e il 96%). I partecipanti hanno mostrato miglioramenti significativi nell’ansia di stato e nella mindfulness di tratto, hanno espresso un’elevata soddisfazione per l’intervento e hanno suggerito una durata aumentata del programma MBST (Marchand et al. 2019). Zabag et al. (2019) hanno condotto uno studio retrospettivo su un totale di 77 pazienti con DPTS e controlli sani, valutando l’impatto sul funzionamento di un intervento di vela (rispetto al trattamento abituale, TAU- treatment as usual). I risultati hanno mostrato che gli individui con DPTS che hanno partecipato all’intervento a vela hanno riportato livelli significativamente inferiori di sintomi DPTS e di ansia di tratto, rispetto ai pazienti assegnati al TAU, così come ai controlli sani assegnati sia al trattamento che al TAU.

Diversi studi hanno esplorato l’impatto della vela adattata nella popolazione con disturbi psichiatrici (Carta et al. 2014a; 2014b; Rapsey & Pilcher 2022; Sancassiani et al. 2017a; 2017b), incluse le psicosi schizofreniche, le psicosi affettive e i disturbi della personalità. Lo studio qualitativo condotto da Rapsey & Pilcher (2022) ha approfondito le esperienze di 5 adulti maschi (età 25-38) affetti da un Primo Episodio di Psicosi (FEP), che hanno partecipato a un progetto di adventure therapy, con particolare attenzione all’attività di vela. Gli autori hanno condotto interviste semi-strutturate che sono state analizzate utilizzando un’analisi tematica induttiva. I risultati hanno rivelato che il progetto di terapia avventurosa era associato a miglioramenti significativi in vari aspetti della loro auto-percezione, inclusa la fiducia in sé stessi, le credenze positive su sé

stessi e la resilienza. Inoltre, i partecipanti hanno riportato soddisfazione per la capacità di affrontare varie sfide legate alla navigazione e per l’esperienza di lavoro di squadra con gli altri pazienti. Carta et al. (2014a, 2014b) hanno condotto un cross-over randomized controlled trial per indagare l’impatto di un programma di riabilitazione basato sulla vela della durata di 6 mesi sul recupero sintomatico e funzionale e sulla QoL. Lo studio ha coinvolto 20 pazienti affetti da psicosi schizofreniche e affettive e un gruppo di controllo di 20 pazienti (95% maschi, età 23-58). L’intervento è stato associato a un miglioramento del 89%-100% nella psicopatologia generale e all’83%-93% nel funzionamento psicosociale (Carta et al. 2014a). Inoltre, l’intervento è stato associato a un miglioramento significativo nella QoL fisica, psicologica e ambientale (Carta et al. 2014b). Sancassiani et al. (2017a, 2017b) hanno condotto un altro cross-over randomized controlled trial per valutare l’efficacia di un intervento riabilitativo basato sulla vela su 33 pazienti con psicosi schizofreniche e affettive e un gruppo di controllo di 18 pazienti che hanno ricevuto un Trattamento Riabilitativo Abituale (“rTAU”). Il trattamento a vela adattata consisteva in un corso strutturato di 3 mesi in cui i partecipanti imparavano a veleggiare in equipaggio. I partecipanti hanno mostrato un alto livello di soddisfazione, hanno riconosciuto l’impatto positivo del corso di vela sulla salute generale e hanno mostrato un miglioramento del funzionamento psicosociale e una maggiore autoefficacia, rispetto alla condizione iniziale e al gruppo di controllo. Tuttavia, l’impatto sulla QoL e sul recupero sintomatico non è stato statisticamente significativo. Gli studi di Carta et al. (2014a, 2014b) e Sancassiani et al. (2017a, 2017b) hanno impiegato un robusto disegno di studio cross-over, l’intervento è durato 3-6 mesi e i risultati hanno riflettuto l’impatto potenziale degli interventi riabilitativi basati sulla vela sul recupero e sulla qualità della vita. Tuttavia, gli effetti positivi non sono stati consistenti tra gli studi e si sono limitati alla durata dell’intervento.

Un altro studio qualitativo (Broadbent & Swalwell 2018) e cinque studi quantitativi (Cappelletti et al. 2020; Mastronuzzi et al. 2022; Mirandola et al. 2020; Schoenberg et al. 2021; Sidiropoulos et al. 2022) hanno analizzato l’impatto potenziale delle attività di vela adattata sulle persone con disabilità fisiche risultanti da malattie neurologiche (Broadbent & Swalwell 2018; Cappelletti et al. 2020) o oncologiche (Mastronuzzi et al. 2022; Mirandola et al. 2020) e lesioni da guerra (Sidiropoulos et al. 2022).

Broadbent & Swalwell (2018) hanno condotto uno studio qualitativo mirato ad esplorare gli esiti psicosociali di un progetto di vela adattata a lungo termine che coinvolgeva individui con sclerosi multipla. I ricercatori hanno analizzato i blog dei partecipanti, scritti durante e dopo il viaggio. I principali temi includevano le sfide fisiche del viaggio, l’esperienza di lavoro di squadra e la comprensione reciproca e il supporto tra i membri dell’equipaggio affetti dalla malattia, il riframing positivo e l’accettazione, insieme all’empowerment e alla crescita personale. Cappelletti et al. (2020) hanno esplorato l’impatto delle attività di vela adattata sugli adolescenti con epilessia. I partecipanti hanno riportato una migliore QoL, rispetto alla baseline, particolarmente nella salute fisica e nell’adattamento emotivo. Inoltre, la misura della QoL valutata dai genitori ha mostrato anche un impatto positivo sul dominio del funzionamento scolastico.

Tre studi quantitativi hanno indagato l’impatto delle attività di vela adattata su adolescenti e adulti affetti da malattie oncologiche. Lo studio condotto da Mastronuzzi et al. (2022) ha indagato l’effetto di 5 giorni di attività di vela adattata sulla QoL e sull’autostima di 90 adolescenti, principalmente femmine, con vari tipi di cancro. Lo studio ha riscontrato un notevole effetto positivo sia sulla qualità della vita che sull’autostima degli adolescenti affetti da cancro, come evidenziato da strumenti e questionari di autovalutazione somministrati prima e dopo l’esperienza in vela. Mirandola et al. (2020) hanno proposto una scuola di vela della durata di una settimana a diciannove donne sopravvissute al cancro al seno (età 43–68). Le partecipanti si sono mostrate soddisfatte dell’esperienza in vela, anche se il 58% l’ha considerata fisicamente impegnativa. Al termine dell’intervento, le partecipanti hanno mostrato un miglioramento significativo nel dominio della QoL della salute mentale e una riduzione significativa dell’ansia di stato e di tratto. Schoenberg et al. (2021) hanno condotto uno studio longitudinale monocentrico coinvolgendo 28 giovani adulti (18-40 anni) con una malattia oncologica. I partecipanti hanno intrapreso un viaggio in mare di 8-13 giorni. Gli outcome valutati includevano la qualità della vita, la soddisfazione nella vita, i sintomi depressivi, l’autoefficacia e il supporto sociale. I risultati hanno mostrato cambiamenti significativamente positivi nella QoL globale e emotiva, nella soddisfazione nella vita e nei sintomi depressivi, con evidenze al follow-up di 1 mese. Inoltre, il miglioramento nella QoL globale era ancora evidente al follow-up di 3 mesi.

Infine, Sidiropoulos et al. (2022) hanno condotto una revisione retrospettiva delle cartelle cliniche su 58 veterani con disabilità fisiche e psicologiche che hanno partecipato agli eventi di kayak e vela adattati “Heroes on the Hudson” nel 2018 o nel 2019. Lo studio ha riscontrato che la partecipazione all’evento sportivo adattato ha avuto un’influenza positiva acuta sulla qualità della vita dei partecipanti.

In sintesi, questi studi mettono in luce collettivamente l’impatto positivo delle attività fisiche basate sul mare, come il kayak e la vela adattata, sulla qualità della vita e sui sintomi comuni di salute mentale (ad es. depressione e ansia) dei partecipanti in diverse popolazioni, inclusi veterani di guerra, adolescenti e adulti con malattie oncologiche e adolescenti con epilessia. Inoltre, ci sono alcune evidenze qualitative e quantitative del possibile ruolo dell’autostima nella mediazione dell’effetto delle attività di vela adattata sulla QoL e sul recupero. Sebbene la maggior parte di questi interventi fosse focalizzata sull’impegno sociale e sull’empowerment, il formato era significativamente eterogeneo, variando da pochi giorni a diversi mesi.

Discussioni

Sintesi dei risultati degli studi

La presente revisione sulla qualità della vita e la vela mette in luce risultati positivi sul benessere dei partecipanti. I 15 studi inclusi in questa revisione sistematica hanno coinvolto diverse popolazioni cliniche, differenti metodologie di intervento e misure degli esiti, fornendo dati preliminari sui potenziali benefici dell’intervento di vela adattiva. Quindi, nonostante la natura variegata dei campioni, i risultati indicano in modo coerente esiti positivi. La versatilità degli interventi di vela adattata è ben messa in evidenza, poiché dimostrano potenziali benefici in un ampio spettro di popolazioni cliniche, inclusi individui con disturbi mentali e quelli con disabilità fisiche.

Gli studi inclusi sono stati implementati utilizzando una combinazione di metodologie quantitative e qualitative, con un focus predominante sugli approcci quantitativi: trial randomizzati controllati (RCT), studi longitudinali non controllati e studi pilota controllati e non controllati. Inoltre, alcuni studi qualitativi hanno fornito preziose intuizioni sulle esperienze soggettive dei partecipanti. Questa diversità metodologica sottolinea la complessità della valutazione degli sfaccettati e multidimensionali esiti associati alla vela adattiva. Le popolazioni cliniche negli studi erano diverse, spaziando da individui con disturbi mentali, inclusi PTSD, disturbi dell’umore e psicosi, a coloro con disabilità fisiche come malattie oncologiche, malattie neurologiche e lesioni da guerra. In particolare, gli effetti positivi delle attività di vela adattiva sono stati osservati in diverse popolazioni cliniche, suggerendo la versatilità e l’applicabilità potenziale di questo intervento.

Tuttavia, è evidente una lacuna nel campionamento di alcune popolazioni, con le disabilità del neurosviluppo notevolmente assenti nella letteratura esaminata. Ciò solleva dubbi sulla generalizzabilità dei risultati a una popolazione più ampia di giovani con disabilità psicosociali e incoraggia studi sui potenziali benefici dell’intervento basato sulla vela per individui con disabilità intellettive, disturbi dello spettro autistico e altre patologie del neurosviluppo (Zhao et al. 2021). Inoltre, la ricerca in questo settore sembra essere relativamente limitato, con solo pochi gruppi di ricerca che contribuiscono alla letteratura disponibile, specialmente se confrontato con le revisioni sistematiche e le meta-analisi esistenti sugli effetti positivi di altre attività, come l’attività fisica (Teferi et al. 2020; Neil et al. 2020). Questa scarsità di studi suggerisce che il campo di studio dell’intervento della vela adattiva si trova ancora nelle prime fasi, richiedendo ulteriori esplorazioni e approfondimenti.

Le modalità di intervento sono ampiamente differenziate, con attività di vela adattiva integrate in programmi psicologici o come parte di interventi riabilitativi o sociali più ampi. Gli esiti più frequenti includevano la qualità della vita e il recupero funzionale e sintomatico. Inoltre, alcuni studi hanno indagato sui potenziali mediatori rispetto all’effetto benefico dell’intervento, come autostima, autoefficacia, regolazione bio-sociale del ritmo e supporto sociale. Gli strumenti utilizzati per le misurazioni variavano da questionari self-report a interviste strutturate, riflettendo la diversità metodologica nella valutazione dell’impatto dell’intervento.

Gli esiti positivi sono stati frequentemente riportati negli studi, sottolineando i potenziali benefici delle attività di vela adattiva su vari aspetti del benessere. Gli studi che coinvolgono pazienti con disturbi mentali riportavano in modo coerente miglioramenti nella psicopatologia, nel funzionamento generale, nell’autostima e nell’autoefficacia (Carta et al. 2014a, 2014b; Sancassiani et al. 2017a, 2017b; Zabag et al. 2019). Gli studi che coinvolgono individui con disabilità fisiche, compresi veterani con lesioni fisiche e sopravvissuti al cancro, mostravano anche effetti positivi sulla qualità della vita e sui sintomi comuni di salute mentale (Cappelletti et al. 2020; Mastronuzzi et al., 2022; Mirandola et al. 2020; Schoenberg et al. 2021; Sidiropoulos et al. 2022). Tuttavia, questi effetti positivi erano spesso legati al periodo di intervento.

Limiti

Un aspetto notevole che emerge da questa sintesi è la scarsità di studi in questo ambito. Il limitato numero di ricerche sottolinea la necessità di studi più robusti e completi per trarre conclusioni definitive. L’eterogeneità delle popolazioni studiate, che spazia dai pazienti con disturbi psichiatrici alle persone in fase di recupero da disabilità fisiche, complica ulteriormente la generalizzabilità dei risultati. Ciascun gruppo presenta sfide e opportunità uniche, richiedendo interventi personalizzati.

Un’altra considerazione critica riguarda l’eterogeneità degli interventi. L’assenza di approcci standardizzati, sia in termini di durata che di modalità degli interventi, rende difficile stabilire linee guida universali o migliori pratiche. Gli studi variano non solo nella durata dei programmi di vela, ma anche nei componenti specifici degli interventi, come la mindfulness o le attività riabilitative. Inoltre, interventi personalizzati mirati a specifici esiti clinici e funzionali possono potenziare l’efficacia delle attività di vela adattiva per popolazioni specifiche.

Inoltre, le dimensioni ridotte del campione, la presenza variabile di gruppi di controllo e la mancanza di controllo per potenziali fattori di confusione suggeriscono la necessità di disegni di ricerca robusti. Le valutazioni a lungo termine sono cruciali per comprendere la persistenza dei benefici oltre il periodo di intervento. Per affrontare la sostenibilità del recupero sintomatico, ricercatori e professionisti dovrebbero considerare l’implementazione di strutture di supporto post-intervento, come sessioni di follow-up o reti di supporto tra pari.

Alla luce di queste considerazioni, ci sono elementi convincenti per promuovere una ricerca più estesa e standardizzata nel campo degli interventi basati sulla vela. Gli studi futuri dovrebbero puntare a campioni di dimensioni più ampie, popolazioni diverse ma ben definite e metodologie rigorose. L’istituzione di protocolli standard non solo faciliterà confronti più accurati tra gli studi, ma contribuirà anche allo sviluppo di pratiche basate sull’evidenza.

Conclusioni

I risultati di questa revisione contribuiscono al crescente corpus di prove a sostegno dell’impatto positivo delle attività di vela adattiva come parte di interventi riabilitativi e sociali in diverse popolazioni caratterizzate da differenti tipi di disabilità e psicopatologia. Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per comprendere l’impatto a lungo termine e i fattori psicologici e sociali che contribuiscono agli esiti positivi, gli studi esaminati suggeriscono il potenziale degli interventi basati sulla vela per favorire cambiamenti positivi e migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità psicosociali. I risultati di questa review sono importanti per progettare interventi che migliorino il benessere di differenti gruppi di persone.

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