LUDOPATIA E DIVARIO DIGITALE DUE PROBLEMI PER LA GENERAZIONE ATTUALE/DUE PROBLEMI DEI NOSTRI TEMPI <br> di Vitaliano Gemelli

Elaborazione grafica di Simona Bellia

LUDOPATIA E DIVARIO DIGITALE DUE PROBLEMI PER LA GENERAZIONE ATTUALE/DUE PROBLEMI DEI NOSTRI TEMPI
di Vitaliano Gemelli

Il Progetto In.Tra. , finanziato dal Ministero del Lavoro, è stato individuato e redatto per affrontare e tentare di contribuire a risolvere due dei maggiori problemi del nostro tempo : la ludopatia giovanile e il digital divide degli anziani, con un processo di integrazione delle due generazioni – relativamente al digital divide – che dovrebbe portare ad una più approfondita conoscenza delle problematiche psicologiche e sociali del nostro tempo.

La globalizzazione della “società dell’informazione”, che stiamo vivendo da qualche tempo, ha determinato in tutta la società dei fenomeni estremamente positivi per l’evoluzione psicologica personale, attraverso la consapevolezza della possibilità di esprimersi liberamente su tutte le problematiche che si ritengono importanti; nel contempo la creazione di un dibattito circolare, di per se positivo, ha liberato pulsioni negative che attengono alla auto-legittimazione di ogni tesi, a prescindere dalla congruità e profondità della conoscenza delle problematiche, azzerando il significato e il valore della conoscenza e quindi mortificando il livello culturale e la necessità dell’approfondimento di ogni aspetto della vita quotidiana.

L’autoreferenzialità è divenuta la patologia di ogni generazione che usa indiscriminatamente internet e i social network, perché ha fatto perdere il senso della necessità della socialità e quindi del confronto ideale, culturale, scientifico, civile proprio del consorzio umano di cui necessariamente facciamo parte.

Un elemento che ha sconvolto le culture di riferimento è stato anche l’affermarsi del “politically correct”, che ha condizionato il sentimento e soprattutto i Valori Culturali di riferimento, per affermare una “società dell’omologazione dei comportamenti”, assolutamente innaturale e priva del minimo rispetto della originalità personale di ciascuno, che ha sempre rappresentato la vera ricchezza dell’evoluzione umana.

L’uso del social network e la autoreferenzialità indotta ad alcuni soggetti, psicologicamente più esposti, ha portato tali soggetti ad una condizione di solipsismo, che per alcuni ha preso la strada della ludopatia.

Il “bisogno” di vincere, che in un confronto personale si può risolvere nella soddisfazione di prevalenza sul proprio interlocutore oppure sulla necessità di trovare un nuovo modo di confronto, nell’eventualità della ammissione delle ragioni dell’altro, nel solipsista si estrinseca alcune volte nel gioco, che gradualmente diventa compulsivo in ogni caso, sia per rincorrere un numero di vittorie sempre maggiore, sia per rincorrere la rivalsa nel caso di sconfitta, dilapidando, talvolta, risorse finanziarie e altre volte il tempo da impiegare per attività necessarie.

Tentare di verificare il sentimento giovanile rispetto a tale patologia è stato l’obiettivo che il Progetto In.Tra. ha inteso perseguire attraverso una partnership con l’Associazione Retlis, presieduta dal Professor Dottor Antonio Grassi, psichiatra, che ha previsto un campione di riferimento sul territorio nazionale, attraverso la ricerca nelle scuole, che ha comportato tantissimo lavoro, soprattutto perché la realizzazione del Progetto ha incrociato la sospensione di ogni attività per effetto della pandemia da Covid 19.

Al Ministero abbiamo dovuto chiedere due proroghe e il Ministero, attraverso il Direttore Generale del Terzo Settore, comprendendo le nostre ragioni, ha concesso le proroghe richieste.

L’altra problematica relativa al digital divide ha dovuto subire anch’essa la pandemia, soprattutto perché l’indagine che si intendeva fare e i seminari di insegnamento che si dovevano organizzare erano rivolti a soggetti oggettivamente più fragili per la pandemia in corso.

In un primo periodo la rarefazione delle disponibilità sia degli anziani che dei giovani, che fungevano da insegnanti, è stato il maggior ostacolo all’attuazione del Progetto, superato solamente dopo quasi un anno di inattività e con la buona volontà degli organizzatori sul territorio e dei fruitori del Progetto.

La problematica del digital divide è sociale ed individuale in quanto il soggetto “anziano” non in grado di svolgere quello che per la maggior parte della società diventa di uso comune, viene marginalizzato e forma una classe sociale bisognevole dei primari servizi, che prevedono l’uso del mezzo digitale.

La emarginazione di tale parte di società, che rappresenta anche un costo sociale per l’approntamento di servizi pubblici che compensino le carenze individuali, è anche un problema di natura psicologica per i soggetti di fatto emarginati, in quanto questi non riescono a vivere la contestualità e quindi si allontanano dal “presente ignoto” di cui fanno parte per rifugiarsi nel passato conosciuto, ma “ inattuale”.

Non sapere far funzionare un elettrodomestico (televisore, lavatrice, aspirapolvere, ma anche strumenti medicali come il misuratore della glicemia o altro), non poter usare uno sportello automatico per prelevare denaro, non saper usare un pos, non saper comunicare con un telefonino o un i-pad o un pc, sono tutte limitazioni che precludono alla conoscenza di un mondo non solo strumentale, ma anche culturale, sociale, civile, sportivo, che limita l’esplicarsi della propria personalità attraverso l’evoluzione della contestualità della conoscenza.

Il Progetto, almeno per il campione prescelto, punta ad affermare la “contemporaneità” di ogni membro della società civile, evitando di lasciare una parte di società fuori dalla contemporaneità e quindi indietro nel passato.

L’Ente che presiedo, l’Unione Nazionale per la Lotta contro l’Analfabetismo – UNLA, Ente Morale, Aps, ha come obiettivo primario la diffusione della cultura e, strumentalmente, il lifelong learning, perché con l’educazione permanente ad ogni soggetto sociale, si potrà garantire una società, nella quale ognuno potrà godere delle condizioni di base per affermare la propria soggettività.

Riteniamo che tali pratiche dovrebbero divenire un impegno strutturale dello Stato, che potrebbe svolgere direttamente o attraverso i numerosi Enti e Università Popolari che svolgono per scelta tale compito per coprire tutta la società e non solamente un campione di riferimento.

Alla fine pensiamo di dover ringraziare il Ministero del Lavoro, il Direttore Generale del Terzo Settore, i Dirigenti e i Funzionari che hanno deciso di affidarci tale opportunità, che speriamo registri risultati positivi.

30 Marzo 2022

Il Presidente UNLA

On. Vitaliano Gemelli

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