IL MICROBIOTA NEI DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELL’ALIMENTAZIONE: una visione biologica e psicodinamica per una trattamento con la Psicoterapia dinamica breve <br> di Zebi L. [1], Barbi M. [1], Lupattelli I. [1], Moretti P. [1]

IL MICROBIOTA NEI DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELL’ALIMENTAZIONE: una visione biologica e psicodinamica per una trattamento con la Psicoterapia dinamica breve
di Zebi L. [1], Barbi M. [1], Lupattelli I. [1], Moretti P. [1]

[1] Cattedra di Psichiatria, Università degli Studi di Perugia, Perugia (PG)

KeyWords: microbiota intestinale, disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA) , disbiosi, asse intestino-cervello, inconscio personale , inconscio collettivo . mito.

AbstractLa ricerca intorno all’ eziologia dei DNA si è recentemente concentrata sullo studio dell’asse intestino-cervello e microbiota e della loro reciproca influenza. Il tema del microbiota mostra il superamento della scissione ontologica fra mente e corpo.L’asse intestino-cervello e la comunicazione bidirezionale fra i due organi esplicita come riduzionistica la visione dell’encefalo come luogo della malattia mentale. Il microbiota, in questo senso, si colloca come struttura biologica intermedia fra l’Io e l’ambiente, simboleggia il fattore della duplice comunicazione bidirezionale fra Io e ambiente alimentare inteso come “mondo”, ma è anche espressione dell’inconscio collettivo nel corpo del singolo per la sua funzione di intermediazione e integrazione tra la singolarità dell’individuo e l’universalità del suo ambiente relazionale.

La “convivialità” del mangiare insieme diventa un veicolo simbolico dello stare insieme con gli altri non solo ad un livello affettivo-relazionale, ma anche biologo. In quest’ ottica la popolazione intestinale, comune a tutti i convitati anche nella sua composizione, fa da mediatrice tra inconscio personale e inconscio collettivo.

INTRODUZIONE

L’eziologia dei Disturbi della Nutrizione e della Alimentazione (DNA) è indicata come “multifattoriale”.Finora, l’attenzione principale è stata posta su fattori psicologici, motivo per cui la psicoterapia è il metodo di trattamento primario(Herman A et al., 2021). Intorno all’eziologia dei DNA è cresciuto l’interesse per l’individuazione di nuovi fattori che contribuiscono alla genesi ditali disturbi: la ricerca si è recentemente concentrata sullo studio del microbiota (Carbone EA et al., 2020). Il termine microbiota indica l’insieme dei microrganismi che popola il tratto digerente, per lo più l’intestino. Si tratta di oltre mille miliardi di batteri, virus, funghi e protozoi, con il peso totale di circa un chilogrammo e mezzo che, comunicando tra loro, agiscono come se fossero un unico organismo e svolgono funzioni importanti per la salute dell’uomo.Alcune volte, impropriamente, al posto di microbiota viene utilizzato il termine micro bioma che indica esclusivamente il patrimonio genetico (insieme dei suoi geni) del microbiota. Studiare il microbioma è importante, in primo luogo, perché esso rappresenta il 90% circa del totale dei geni, rappresentati dai geni del microbiota e dal genoma umano; in secondo luogo, perché permette di conoscere la struttura del microbiota, ossia i microbi che lo compongono, per poi valutarne le funzioni e studiarne il metabolismo.La parte costituita da batteri viene indicata con il nome di batteriota, quella costituita dai virus è detta virota, quella rappresentata dai funghi è chiamata micota. Tuttavia, quando si parla di microbiota si intende generalmente la parte batterica di esso, per la maggiore capacità dei batteri di metabolizzare (elaborare e convertire in altre sostanze preziose per la salute) i prodotti della digestione. Sostanzialmente questisi occupano dell’elaborazione finale (fermentazione) dei carboidrati e delle proteine da cui vengono prodotti acidi grassi a catena corta (SCFA), idrogeno, anidride carbonica, ammoniaca, amine, fenoli ed energia.La diversità dei microbi e la prevalenza di alcune specie su altre dipendono da molteplici fattori dell’ospite:

  • popolazione a cui appartiene
  • luogo in cui vive
  • patrimonio genetico
  • storia personale, inclusa la gravidanza della propria madre
  • tipo di parto e di allattamento
  • alimentazione
  • stile di vita

Per molto tempo si è pensato che, prima della nascita, il feto non fosse colonizzato da microrganismi. Alcuni studi sembrerebberoinvece indicare che batteri contenuti all’interno della placenta, possano contribuire alla formazione del microbiota e del sistema di difesa dell’organismo (sistema immunitario) del nascituro. Tuttavia, si ritiene più probabile che siano alcuni composti prodotti dal microbiota materno ad influenzare il sistema immunitario del feto e del neonato.In ogni caso, è ormai sempre più evidente che il periodo neonatale e i primi anni di vita, quando si sviluppa il microbiota, rappresentano un momento critico per le potenziali implicazioni a lungo termine sulla salute e la comparsa di alcuni tipi di malattia.

Il microbiota si modifica con l’età e con il variare degli elementi che lo influenzano come l’ambiente e la dieta che, nell’arco di un solo giorno, è in grado di cambiare transitoriamente circa il 60% della sua composizione. Il restante 40% tende a rimanere stabile, perlomeno nella parte centrale della vita. Tende, invece, a essere instabile nella fase iniziale, quando il processo di maturazione è in corso, e in quella finale, tipica dell’età avanzata. Anche per questa ragione queste fasce di età sono considerate “fragili” e maggiormente esposte a rischi.L’uomo e i microrganismi che popolano il suo intestino convivono stabilendo una relazione basata sullo scambio di vantaggi reciproci. Il primo fornisce le sostanze nutritive, mentre i secondi svolgono funzioni fisiologiche, metaboliche e immunologiche indispensabili per mantenere uno stato di benessere fisico e mentale.Tale benessere sembrerebbe dipendere, dallo stato di salute del microbiota misurato tenendo conto di tre fattori:

  • ricchezza della diversità delle specie di microbi presenti;
  • abbondanza numerica relativa di ogni specie;
  • rapporto tra specie benefiche e quelle potenzialmente dannose (se sono più numerose le une rispetto alle altre).

In altri termini viene ritenuto sano un microbiota costituito da diverse specie di microbi, ciascuna costituita da un buon numero di unità, con prevalenza di quelle benefiche per l’uomo e in equilibrio tra loro e con l’intestino che li ospita.

Anche il parto vaginale costituisce un’occasione fondamentale per lo scambio di microbi tra madre e neonato e favorisce lo sviluppo di un microbiota ricco di tante specie diverse. È così importante che si sta valutando la possibilità di contaminare il neonato da parto cesareo con i microbi della mamma per mezzo di un tampone. Il parto cesareo, di contro, sembrerebbe impoverire tale diversità e favorire la prevalenza di alcuni batteri come l’Escherichia coli ed il Clostridiumdifficilis (potenzialmente nocivi) e lo sviluppo (insorgenza) di malattie dell’intestino e di altre non strettamente correlate ad esso come, per esempio, le allergie.

Anche l’allattamento naturale, in virtù dello scambio madre-bambino, rappresenta una tappa importante nella formazione del microbiota, per la ricchezza delle specie (diversità) e lo sviluppo di un buon sistema immunitario nel neonato. Una mancata contaminazione del bambino da parte della madre con alcune specie batteriche (per esempio i Bifidobatteri), o la loro riduzione a causa di terapie antibiotiche precoci, può determinare una maturazione non equilibrata del sistema immunitario.

Questo stato di equilibrio viene definito nel linguaggio scientifico “eubiosi”. In particolari condizioni si può rompere causando un processo di alterazione del microbiota che porta a uno stato definito “disbiosi”, condizione riscontrata in molte malattie: DNA, obesità, alcune malattie infiammatorie dell’intestino, alcune patologie immunologiche e metaboliche. Attualmente numerose ricerche sono volte a cercare di stabilire se la disbiosi può esserne considerata la causa o la conseguenza di numerose patologie. I DNA producono uno squilibrio fisiologico che innesca “disbiosiintestinale”, ovvero alterazioni nell’abbondanza e nella composizione del microbiota intestinale, che può causare effetti negativi sulla salute dell’ospite. Attraverso l’asse intestino-cervello, lo stress psicologico può causare disturbi al normale stato del microbiota intestinale, che a sua volta può influenzare il sistema nervoso centrale e, di conseguenza, causare cambiamenti nell’umore e nel comportamento dell’ospite (Herman A et al., 2021).L’esposizione ad infezioni virali o batteriche è stata correlata a un aumentato rischio di sviluppo di DNA e vengono riportati diversi casi in cui l’insorgenza di Anoressia Nervosa (AN) si sia verificata dopo un’infezione. È stato ipotizzato che l’anoressia secondaria che si verifica durante l’infezione sia il risultato del rilascio di citochine proinfiammatorie con l’attivazione del sistema immunitario. Il persistere dell’anoressia secondaria dopo l’infezione potrebbe costituire un fattore di rischio per lo sviluppo di AN ( Anoressia Nervosa) (GalmicheM et al., 2022).

L’asse intestino-cervello può essere alterato da diversi fattori come dieta, stile di vita, infezioni e trattamenti antibiotici.Le alterazioni della dieta generano disbiosi intestinale che influenza le risposte del sistema immunitario, i meccanismi infiammatori, la permeabilità intestinale, nonché la produzione di acidi grassi a catena corta (Short Chain FattyAcids – SCFA) e neurotrasmettitori da parte del microbiota intestinale (Navarro-Tapia E et al., 2021).La dieta sembra avere un impatto non solo sulla modifica del microbiota intestinale, facilitando la disbiosi, ma anche sul suo recupero nei pazienti con DNA (Carbone EA et al., 2020).Studi recenti hanno indicato che i pazienti con Disturbi del comportamento alimentare, in particolare Anoressia Nervosa (AN), Bulimia Nervosa (BN) e Binge Eating Disorder (BED), mostrano un profilo specifico del microbiota intestinale e questo squilibrio può essere parzialmente ripristinato dopo un’integrazione probiotica singola o multi-ceppo. Uno dei fattori che influenza la fisiopatologia dei DNA è la composizione del microbiota intestinale a causa della forte associazione tra microbiota e funzione cerebrale. Il microbiota intestinale comprende i phyla Firmicutes (inclusi i generi Lactobacillus, Enterococcus e Clostridium) e Bacteroidetes (incluso il genere Bacteroides) nonché Actinobacteria e Proteobacteria(Navarro-Tapia E et al, 2021). I due phyla Bacteroidetes e Firmicutes rappresentano circa il 90% delle popolazioni batteriche identificate mentre il restante 10% è composto principalmente da Actinobacteria e Proteobacteria(Carbone EA et al., 2020). Bifidobacterium spp. e Lactobacillus spp. producono GABA, correlato al controllo dell’ansia; Enterococcusspp., Escherichia spp., Streptococcus spp.e Candida spp. producono serotonina, un neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione dell’umore, così come la dopamina prodotta da Bacillus spp. In generale, i batteri gram-negativi producono lipopolisaccaridi batterici, coinvolti nella regolazione dell’assunzione di cibo attraverso l’attivazione delle cellule enteroendocrine che esprimono recettori toll-like (TLRs). Uno squilibrio di tali molecole può compromettere i comportamenti alimentari e la perdita di peso. Inoltre, i disturbi nella composizione del microbiota sono stati collegati all’ansia e alla depressione tipiche dei pazienti con AN e lo stress psicologico può portare a traslocazioni microbiche che aumentano l’infiammazione intestinale (Terry SM et al., 2022).

I meccanismi neurali alterati nei DNA sono principalmente legati al circuito della ricompensa, al controllo comportamentale e ai percorsi decisionali.  In AN e BN c’è una maggiore connettività tra insula, corteccia orbitofrontale e striato ventrale, ma minore connettività dalla corteccia orbitofrontale e dall’amigdala all’ipotalamo. Nel BED c’è una diminuita attività nella corteccia prefrontale ventromediale, nel giro frontale inferiore e nell’insula, aree coinvolte nell’autoregolazione e nel controllo degli impulsi. Inoltre, l’alterazione della via della dopamina dà un importante contributo allo sviluppo di qualsiasi DNA. Nell’AN e nella BNanche i meccanismi di evitamento del danno legati alla disponibilità del recettore della serotonina e al legame del recettore della dopamina sono alterati.(Navarro-Tapia E et al., 2021).

ASSE INTESTINO-CERVELLO NEI DNA

Quando si fa riferimento all’asse intestino-cervello ci si riferisce all’interazione bidirezionale tra il microbiota intestinale e il sistema nervoso centrale (SNC). I batteri intestinali influenzano il sistema nervoso centrale dell’ospite producendo sostanze come noradrenalina, serotonina, melatonina, GABA, istamina, acetilcolina. (Herman A et al., 2021). Inoltre, la diversità microbica intestinale è anche associata alla disregolazione dell’appetito andando a influenzare le vie della sazietà (Navarro-Tapia E et al., 2021).

La fermentazione di carboidrati indigeribili da parte del microbiota del colon produce acidi grassi a catena corta (SCFA), come acetato, propionato e butirrato, implicati nel mantenimento dell’omeostasi, nella regolazione dell’appetito e nei processi antinfiammatori(Navarro-Tapia E et al., 2021). Gli SCFAsono acidi grassi prodotti dal microbiota intestinale durante la fermentazione dei polisaccaridi non digeribili (fibre e amido resistente). I livelli di SCFA rappresentano la misurazione indiretta della composizione microbica e sono influenzati dalla disbiosi. È stato osservato come gli SCFA risultano più bassi nei campioni di feci dei pazienti con AN, specialmente nel sottogruppo con AN di tipo restrittivo, rispetto al gruppo di controllo. La riduzione degli SCFA nei pazienti con AN è una conseguenza della ridotta abbondanza di Roseburia. È stato dimostrato un aumento significativo dei livelli di acetato fecale e butirrato durante il rinutrimento dei pazienti con AN e una composizione modificata del microbiota, in particolare un aumento di Firmicutes, dopo il recupero del peso. È stato suggerito un ruolo benefico degli SCFA nella regolazione dell’appetito e nella regolazione dell’omeostasi energetica. L’importanza degli SCFA sull’appetito e sul metabolismo energetico suggerisce come essi possano essere considerati come nuovo bersaglio nutrizionale per prevenire o contrastare i DNA (Carbone EA et al., 2020).

Le alterazioni della dieta possono generare uno squilibrio sia nella diversità microbica che nella ricchezza (alfa-diversità) con riduzione dei Firmicutes e aumentodei Bacteroides nell’intestino (Seitz J et al., 2018).Da studi recenti si è notato che la alfa-diversità e i livelli di acidi grassi a catena corta erano più bassi nei pazienti con AN(Carbone EA et al., 2020).La alfa-diversità era inferiore durante la fase di perdita di peso, con conseguente riduzione di Firmicutes e SCFA e l’aumento di Bacteroides, Actinobacteria, Enterobacteriaceae e Methanobrevibactersmithii. Durante l’aumento di peso di questi pazienti sono stati evidenziati un rapporto Firmicutes/Bacteroides (F/B) ristabilito e un aumento dei livelli di SCFA (Carbone EA et al., 2020). Inoltre, le alterazioni del microbiota intestinale riducono l’assunzione di calorie dalla dieta, alterando la risposta immunologica(Navarro-Tapia E et al., 2021).

Il sistema immunitario innato viene attivato sotto disbiosi dall’aumento dei lipopolisaccaridi (LPS)prodotti dai batteri intestinali. Quest’ultimiaumentano la permeabilità della barriera emato-encefalica, facendo sì che le citochine abbiano un impatto maggiore sulla regolazione dell’appetito (Herman et al., 2021). Queste endotossine innescano il rilascio di citochine pro-infiammatorie, come l’interleuchina-6 (IL-6) e il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-α) nel plasma (Seitz J et al., 2019).È ormai ampiamente accettato che gli eventi infiammatori periferici possono causare direttamente infiammazione nel sistema nervoso centrale. Le citochine proinfiammatorie circolanti attraversano la barriera ematoencefalica e stimolano il rilascio di citochine proinfiammatorie dalla microglia (Na KS et al., 2014). I cambiamenti centrali nella segnalazione immunitaria possono avere impatti significativi su una varietà di funzioni cerebrali, tra cui il comportamento alimentare e la regolazione dell’umore (Butler MJ et al., 2021).

Infine, studi recenti dimostrano che il microbiota intestinale modula la reattività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene che influenza la via endocrina. Pertanto, il suo squilibrio può produrre livelli anormali di glucocorticoidi e promuovere cambiamenti comportamentali (Seitz J et al., 2019).A causa del ruolo del microbiota intestinale sulla modulazione dei circuiti neuronali attraverso l’asse intestino-cervello, l’analisi dei profili microbici in pazienti con DNA è di vitale importanza. La conoscenza dei cambiamenti nelle comunità microbiche di questi pazienti potrebbe aiutare nello sviluppo di nuovi strumenti terapeutici basati sulla modulazione del microbioma(Terry SM et al., 2022).

Le interazioni tra microbiota e SNC sono regolate inoltre da vie neuroendocrine e metaboliche, regolando l’equilibrio tra ormoni anoressigeni come l’ormone alfa-melanocita stimolante (αMSH) e peptidi oressigeni (grelina, leptina e orexina) originati dal tratto gastrointestinale(Terry SM et al., 2022).I neuropeptidi che regolano l’appetito svolgono un ruolo nell’eziologia e nel decorso dei DNA. I peptidi che inibiscono l’appetito includono l’α-MSH, la colecistochinina (CCK), il peptide tirosina-tirosina (PYY) e grelina e NPY,stimolanti dell’appetito. Questi peptidi sono sintetizzati nel tratto digestivo e influenzano i centri ipotalamici responsabili del mantenimento dell’omeostasi energetica del corpo. I cicli di digiuno e bingeeatingnella BN possono essere il risultato di differenze nella secrezione di queste proteine (Herman et al., 2021).

COMPOSIZIONE DEL MICROBIOTA NEI DNA

I primi casi di studio in persone con AN hanno individuato 11 nuove specie batteriche classificate in Firmicutes (Soleaferreamassiliensis, Stoquefichusmassiliensis, Doreamassiliensis, Holdemaniamassiliensis, Clostridiumanorexicus, Clostridiumanorexicamassiliense, Bacillusmarseilloanorexicus), Bacteroidetes (Bacteroidestimonensis, Alistipesmarseilloanorexicus) e Actinobacteria (Streptomycesmassiliensis, Blastococcusmassiliensis) e quattro nuove specie di micro-eucarioti (Tetratrichomonassp., Aspergillusruber, Penicilliumsolitum e Cladosporiumbruhnei), rispettivamente, in un singolo campione fecale, dimostrando uno stato anormale nel tratto intestinale di persone con AN. (Navarro-Tapia E et al., 2021)

Recenti studi clinici condotti nella popolazione con AN hanno mostrato che la quantità totale di batteriera significativamente ridotta nei pazienti con AN. Inoltre, Streptococcus, Lactobacillusplantarum e i generi Roseburia produttori di butirrato, Ruminococcus fermentatore di carboidrati e Clostridium, appartenenti ai Firmicutes, risultavano ridotti con la successiva riduzione della concentrazione di acido acetico, propionato e butirrato nelle feci di pazienti con AN(Terry SM et al., 2022). Il propionato ha mostrato una correlazione positiva con le concentrazioni di insulina e con il relativo esaurimento di Roseburiainulinivorans produttore di propionato, mentre i livelli di butirrato erano negativamente correlati con ansia e depressione. Tutto questo può contribuire a spiegare i ridotti livelli di insulina e l’aumento dell’ansia negli individui con AN (Navarro-Tapia E et al., 2021). Il Methanobrevibactersmithii produttore di metano è aumentatonei pazienti con AN rispetto ai controlli sani. Methanobrevibactersmithii migliora l’efficienza della fermentazione microbica e la sua ricchezza ottimizza l’estrazione di calorie da una dieta a bassissimo contenuto calorico. Lo sviluppo di Methanobrevibacter nei pazienti con AN potrebbe essere associato a un meccanismo adattativo per ottimizzare l’assorbimento di una dieta ipocalorica. L’ambiente carente di nutrienti, insieme a un transito del colon ritardato nei pazienti con AN favorisce l’aumento dei microrganismi che degradano la mucina. Ciò contribuirà a una barriera intestinale interrotta e a uno stato cronico di infiammazione di basso grado, esacerbando la malattia. Pertanto, il profilo del microbiota è stato collegato all’infiammazione intestinale e alla compromissione della struttura dello strato epiteliale, come dimostrato dall’aumento dei livelli di IL-6 riscontrati nei pazienti con AN e IL-6 e IL-1 α in individui obesi. Il LPS produce anche un aumento della permeabilità della barriera emato-encefalica con l’elevazione delle citochine circolanti del plasma responsabili della risposta anoressica(Terry SM et al., 2022).

Nonostante il microbiota intestinale abbia acquisito un crescente interesse negli ultimi anni, ci sono scarsi studi sul microbiota riguardo BED e BN(Navarro-Tapia E et al., 2021).I meccanismi di regolazione dell’appetito sembrano comunque modulati da cambiamenti nel microbiota anche nella BN. La proteina ClpB prodotta da E. coli è in grado di “imitare” α-MSH e stimolare una risposta autoimmune. Gli autoanticorpi IgG contro α-MSH consentono l’internalizzazione dell’immunocomplesso IgG/α-MSH(Carbone EA et al., 2020). Tali immunocomplessi sono in grado di attivare il sistema della Melanocortina, in particolare il recettore MC4R, coinvolto nella regolazione dell’appetito e del comportamento alimentare (Lucas N et al., 2019; Smitka K et al., 2021).

Gli studi riguardanti il BED sono ancora carenti. Un meccanismo simile, ma opposto a quello già descritto nell’AN, è stato ipotizzato a causa della cross-reattività delle IgG verso α-MSH in pazienti in sovrappeso e obesi. Un recente studio, infatti, ha mostrato livelli di anticorpi anti-α-MSH in soggetti obesi, mentre risultavano aumentati in pazienti con AN e BN (Lucas N et al., 2019). Anche nel BED le concentrazioni plasmatiche di ClpB risultano più elevate rispetto al controllo (Carbone EA et al., 2020). Il BED è molto spesso associato a numerose comorbidità, in particolare l’obesità, e i pazienti con BED e obesità hanno mostrato un profilo metabolico e infiammatorio sfavorevole correlato ai loro comportamenti alimentari caratteristici. Una dieta ricca di lipidi è in grado di aumentare i livelli di Firmicutes e Proteobacteria e diminuire i livelli di Bacteroides, portando così ad un aumento del rapporto F/B. Una minore alfa-diversità è stata dimostrata nel microbiota intestinale sia nei pazienti sottopeso che in quelli obesi, con una correlazione significativa con un punteggio al BDI che indica maggiori livelli di depressione (Carbone EA et al., 2020).

Il microbiota intestinale dei pazienti obesi con BED ha una composizione specifica e differisce da quello dei soggetti obesi senza BED. Uno studio trasversale (Leyrolle Q et al., 2021) di una coorte di 101 pazienti ha mostrato una diminuzione di Akkermansiain pazienti obesi con BED. Akkermansiamuniphila produce propionato, un importante regolatore della sazietà e dell’acetato e aumenta i livelli intestinali di diversi acilgliceroli (2-OG, 2-arachidonilglicerolo e 2-palmitoil glicerolo) coinvolti nella regolazione delle reazioni infiammatorie e immunitarie(Navarro-Tapia E et al., 2021).

UNA VISIONE PSICODINAMICA DEL MICROBIOTA

Il tema del microbiota mostra il superamento della scissione ontologica Platonica e Cartesiana fra mente e corpo. Lo sviluppo del pensiero, e di conseguenza del comportamento, sono strettamente connessi a strutture somatiche in grado di influenzare e determinare funzioni mentali. Il microbiotamostra tuttavia la fragilità della visione medica, che suddivide il corpo in organi con specifiche funzioni. L’asse intestino-cervello e la comunicazione bidirezionale fra i due organi esplicita come riduzionistica la visione dell’encefalo (en kephalè, nella testa) come luogo della malattia mentale, che necessita invece di una visione olistica del soma. Le alterazioni biologiche della malattia mentale si estrinsecano sull’intero corpo, di cui l’essere-malato ne costituisce un attributo. La celebre espressione latina “Mens sana in corpore sano” (mente sana in corpo sano) tratta dalle Satire di Giovenale diventa “mente sana è corpo sano”. Il corpo non costituisce il contenitore, ma è entità biologica che trova espressione ontica nella mente.

Il microbiota, in questo senso, si colloca come struttura biologica intermedia fra l’Io e l’ambiente. Tale concetto sembra ampliare la nozione analitica di “Io-pelle” introdotta da Didier Anzieu. La pelle costituisce la barriera che divide ambiente interno e ambiente esterno, e simbolicamente costituisce il limite della persona, delimita e contiene l’individualità e la diffusione della identità. Il microbiota, che riveste pelle e mucose, costituisce un’entità che si frappone fra l’individuo e l’ambiente, fra la pelle e la realtà esterna. Compone una struttura variegata e molteplice che non è Io, che non è costituito da cellule appartenenti in senso stretto al soma, ma che vive in maniera simbiotica con il corpo umano. Rende dunque il limite fisico e teorico fra l’Io e l’ambiente non meno netto, ma più sfumato.

Il microbiota intestinale inoltre, come precedentemente sottolineato, varia in base al comportamento alimentare e costituisce dunque espressione individuale del proprio “ambiente alimentare”. L’alimentazione è un argomento molto ampio e complesso, che riguarda la nutrizione, l’assunzione di macro- e micro-nutrienti, ma anche il rapporto con il proprio corpo, l’immagine di sé, l’edonia, il rapporto con il cibo e con le altre persone, la socialità. Molto spesso nella società occidentale il rapporto con il cibo è ridotto alla semplice componente organicistica e alla corretta assunzione di quantità adeguate di nutrienti. Seppure la componente nutrizionale sia fondamentale nello sviluppare unavalidarelazione con il cibo, l’alimentazione include diverse altre componenti. Innanzitutto, il rapporto con il cibo riflette il rapporto con il piacere e la capacità di dare valore o di limitare la componente edonica, e dunque la componente pulsionale. Il cibo, inoltre, è condivisione: nel gesto di mangiare con gli altri si simbolizza la condivisione di ciò che nutre il nostro corpo e lo va a costituire, e dunque della propria essenza. Non a caso nella lingua italiana l’etimologia della parola “convivialità” non è “mangiare insieme”, ma cum vivere, “vivere insieme”. Il cibo assume dunque una valenza simbolica profonda, che scandisce la giornata e i momenti della vita (la festività, che sia religiosa o laica, necessita in questo senso della condivisione del cibo per essere tale). In questo senso, il rifiuto del cibo (sia restrittivo che eliminatorio) diventa rifiuto dell’Altro, su cui viene proiettata un’avidità anoressizzante, che prosciuga l’Identità dell’Io come il corpo. Nella visione di Boris ciò si traducenella concezione dell’AN come determinata da un’intensa avidità (e quindi oralità) proiettata sui genitori (da intendere come le proprie figure di riferimento). Secondo la Selvini-Palazzoli, nell’AN il corpo assume il ruolo di cattivo introietto dell’ambiente-madre, da annichilire.

L’anoressia (come l’iperoralità) costituisce dunque una delle modalità di contro rispostaverso il proprio ambiente.

In una visione ancora più ampia possiamo ritrovare l’unità somato-psichica che il microbiota può rappresentare nello scambio non solo biologico che avviene tra madre e bambino durante il parto e l’allattamento. Possiamo leggere questo scambio nel mito Demetra-Persefone (Kore) dove è Gea (la madre-terra gelosa di Demetra) a fare in modo che Ade catturi Kore e la porti lontano dalla madre. Kore si ritrova contro la sua volontà con Ade, rappresentante il principio maschile nel mondo sotterraneo. Udite le grida della figlia, Demetra si precipita a cercarla, non trovandola “patisce l’angoscia e l’orrore… quella stessa madre che cinge d’amore, stritola in un abbraccio mortifero la figlia in una tremenda e continua contraddizione e in tutto l’orrore che sempre comunque una giovane avverte, in una certa fase della sua vita, nella complessa e variegata relazione con sua madre” (F. La Rosa, 2006). I lamenti di Demetra giungono all’Olimpo. Gli Dei decretano che la vergine violentata possa essere restituita alla madre a condizione che non abbia mangiato nulla sottoterra. Ade, udito il verdetto degli Dei, sospinge a forza nella bocca di Persefone un seme di melograno. La dea viene condannata a passare un terzo dell’anno sottoterra mentre per il resto del tempo rimane con la madre. Il rapimento di Kore scatena in Demetra il suo aspetto negativo. Da divinità delle messi, si trasforma in divinità della vendetta e della sterilità, Ombra del principio femminile. Persefone si offre al sacrificio, scendendo nell’oscurità della maschilità paterna. Il modello archetipico ci dice che la donna deve separarsi dalla madre e arrendersi al principio maschile, mediante l’unione con il proprio maschile interiore. (Jung 1934) Il rischio che corre in entrambi i casi è quello di essere posseduta dall’Animus. La via naturale del femminile , attraverso il corpo ed il senso dei riti di trasformazione, è quella di riconoscere la fanciulla come facente parte del cosmo. In assenza di riti, nell’epoca moderna, la maggior parte delle donne ma anche degli uomini, è identificata con il principio maschile e non vi è spazio per gli istinti femminili. In questo caso il maschile e il femminile non sono autentici e quindi non vi può essere un altro da sé al quale il femminile possa arrendersi. Senza ciò, lo scopo dell’azione di Ade che rapisce Kore e la trasforma in Persefone, è privo di senso. “La donna è posseduta dall’Animus, prigioniera di un maschile indifferenziato, agguerrita contro la propria natura femminile” Jung, commentando questo mito in “Gli aspetti psicologici di Kore”, scrive: “La psiche preesistente alla coscienza partecipa alla psiche materna da una parte, mentre dall’altra si protende verso la psiche della figlia…. Ogni madre contiene in sé la figlia e ogni figlia contiene la madre… e che ogni donna si estende indietro nella madre e in avanti nella figlia. Un’esperienza di questo genere conferisce all’individuo un luogo e un senso nella vita delle generazioni… allo stesso tempo l’individuo è liberato dall’isolamento e ripristinato alla totalità”. Questo è il ciclo della natura. Il principio femminile Gea impone a Demetra il rapimento della figlia affinché possa avvenire il rinnovamento e la riunione tra vecchio e nuovo.

Il microbiota, sotto questo punto di vista, simboleggia il fattore della duplice comunicazione bidirezionale fra Io e ambiente alimentareinteso come “mondo”, ma è anche espressione dell’inconscio collettivo nel corpo del singolo per la sua funzione di intermediazione e integrazione tra la singolarità dell’individuo e l’universalità del suo ambiente relazionale.

La “convivialità” del mangiare insieme diventa un veicolo simbolico dello stare insieme con gli altri non solo ad un livello affettivo-relazionale, ma anche biologo. La popolazione intestinale, comune a tutti i convitati anche nella sua composizione, fa da mediatrice tra inconscio personale e inconscio collettivo.

BIBLIOGRAFIA

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